15 Aprile 2024
COLDIRETTI FERRARA, PARTITA LA RACCOLTA FIRME “NO FAKE IN ITALY”

ha preso il via sabato 13  aprile anche a Ferrara la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, che Coldiretti ha lanciato dopo le attività di presidio al Valico del Brennero, per sostenere in via legislativa la precedente proposta di legge che impone l’obbligo dell’indicazione dell’origine per tutti gli alimenti, sia freschi che trasformati, da sottoporre al nuovo Parlamento Europeo che si insedierà nei prossimi mesi.

Per la sottoscrizione dell’iniziativa che tende a difendere il reddito degli agricoltori e la salute dei cittadini, occorre presentarsi con carta di identità o passaporto in corso di validità.

Si potrà firmare in ogni giornata di apertura dei Mercati Campagna Amica Coldiretti, negli agriturismi di Campagna Amica, in tutti gli uffici di Coldiretti e nelle occasioni che saranno pubblicizzate nelle prossime settimane. L’obiettivo è di un milione di firme.

“Per il lancio di questa raccolta firme – commenta il direttore di Coldiretti Ferrara, Alessandro Visotti – abbiamo ripreso l’immagine ed il messaggio che diede inizio, nel 2000, al Patto con i Consumatori, ovvero un bambino e la domanda <mamma, sei sicura che quello che mangiano i tuoi figli non contenga schifezze?>; purtroppo un quesito che ha ancora ragion d’essere visto che il mercato offre prodotti contraffatti, iperprocessati, trattati con prodotti fuori legge in Italia ed in Europa ma ancora utilizzati in molte zone del mondo, frutto di lavorazioni e di prestazioni di lavoratori troppo spesso sfruttati e senza tutele sociali, in territori inquinati, che arrivano a prezzi al di sotto di quelli italiani (nonostante i costi di trasporto) e che fanno una concorrenza sleale al nostro Made in Italy. L’obbligo dell’indicazione dell’origine è un elemento di trasparenza che mette in condizione i consumatori di fare scelte consapevoli, sanando le mancanze di questa informazione ad esempio riguardo il pane, i biscotti, fette biscottate, crackers e simili, ma anche i legumi in scatola, come le confetture di frutta, i sottoli, noci e pistacchi sgusciati, carne di coniglio e di cavallo. Oltre a non aver nessuna informazione della provenienza d’origine degli alimenti nei menù di bar e ristoranti. Occorre – conclude Visotti – rivedere oltre all’indicazione dell’origine su tutti i cibi, anche il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale, che tante, troppe volte, diventa anche una trasformazione di un prodotto straniero in <made in Italy>, a norma di legge, ma sicuramente ingannando i consumatori che si fidano dei colori e denominazioni che si richiamano all’italianità. Quindi all’insegna di #nofakeinitaly siamo in campo per dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti e rivedere certe normative europee (codice doganale) che non fanno il bene né degli agricoltori, né della salute dei cittadini italiani ed europei, e questo solo una grande organizzazione di rappresentanza come Coldiretti lo può fare”.

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