17 Maggio 2011
COLDIRETTI, PER SANGIORGIO (DELEGATO NAZIONALE DEI GIOVANI) RICAMBIO GENERAZIONALE IN AGRICOLTURA FALLIMENTO EVIDENTE

“Dopo anni ed anni di politiche per il ricambio generazionale in agricoltura – primi insediamenti, subentri, prepensionamenti,  pacchetti e contentini vari - solo  il 3% delle imprese agricole  ha un titolare con meno di 35 anni mentre il 30 per cento supera i 65”. E’ quanto ha affermato il delegato nazionale dei giovani della Coldiretti Vittorio Sangiorgio nel corso dell’Assemblea alla presenza di duemila giovani agricoltori under 30 nel sottolineare però che “se guardiamo ai risultati dell’imprenditoria giovanile – di gran lunga superiori alla media nazionale – viene  spontaneo  chiedersi cosa avremmo potuto fare se ci fosse stata una vera politica giovane”. Infatti, per quanto riguarda la “quantità”, le imprese  giovani  producono in media il 40 per cento di reddito in più degli altri. Ma sono in grado di avere questi risultati perché la loro “qualità” di impresa è elevatissima:

-          noi giovani abbiamo una maggiore capacità di innovazione (nel prodotto, nei processi, nelle relazioni con il territorio, nello stile aziendale, nell’organizzazione del lavoro);

-          abbiamo dimostrato più voglia di investire anche durante questo periodo di crisi, perché non ci sottraiamo al rischio se ciò significa nuove opportunità di presidio dei mercati;

-          inoltre abbiamo saputo cogliere a pieno le opportunità offerte dalla legge di orientamento, voluta da Coldiretti esattamente dieci anni fa;

-          infine, siamo orientati al mercato, convinti che il nostro reddito dipenda molto più dalla capacità di interpretare al meglio le tendenze della domanda, piuttosto che dagli aiuti diretti della PAC.
 
Insomma - ha concluso Sangiorgio - queste imprese giovani incarnano a pieno un nuovo modello di sviluppo, che privilegia un’economia di qualità, sostenibile nel tempo e nei territori. Sono imprese che sanno adattarsi ai cambiamenti con flessibilità, unificare benessere e ricchezza, rinnovando anziché dissipando le risorse e qualificando l’immagine del nostro Paese.

SANGIORGIO (COLDIRETTI), MOLESTIE ALLE GIOVANI IMPRESE
Sono troppe le “molestie” che un giovane che vuole fare impresa si trova costretto a subire. E’ quanto ha affermato il delegato nazionale dei giovani della Coldiretti Vittorio Sangiorgio nel corso dell’Assemblea alla presenza di duemila giovani agricoltori under 30 nel sottolineare che “aspettare oltre due anni per poter trasformare la propria idea di impresa agricola, ad esempio, perché un’amministrazione regionale non è in grado di completare in tempi rapidi l’istruttoria per il primo insediamento significa compromettere il destino di un’impresa giovane e sottrarre ricchezza all’Italia”. Non va dimenticato - ha proseguito Sangiorgio - il mancato accesso al credito in un paese dove per definizione danno i soldi a chi già li ha oppure a chi sa già di poterli restituire. Ma, altrettanto per definizione, i giovani all’inizio della loro carriera soldi non ne hanno e l’unico modo per dimostrare se sono capaci di restituirli è concedere loro credito. E proprio su questo paradosso abbiamo già lanciato la sfida a CreditAgri Italia, affinché ci aiuti a far valere le idee e non la dote di terreni e case da ipotecare!  Ai giovani - ha sostenuto Sangiorgio - viene reso quasi impossibile l’accesso alla terra per la pressione inarrestabile dell’urbanizzazione selvaggia, per la speculazione figlia di scelte sbagliate nelle energie rinnovabili e per la sistematica miopia della classe politica locale che continua ad autorizzare zone industriali che spesso non si sa come utilizzare, sottraendo terra fertile all’agricoltura. Ed infine - ha concluso Sangiorgio - la grande arretratezza culturale: prevale ancora la visione produttivistica del PIL che marginalizza l’agricoltura e in questo modo si nascondono soprattutto ai giovani le reali opportunità che il settore è in grado di offrire.
Per abbattere gli ostacoli, servono risposte di “sistema”, che richiedono inevitabilmente tempi lunghi, considerando le molte inerzie e carenze dell’apparato decisionale del nostro Paese.
dell’Assemblea alla presenza di duemila giovani agricoltori under 30 nel sottolineare che “questa consapevolezza, questo senso di responsabilità verso l’agricoltura e verso l’Italia hanno animato e spinto la nostra Coldiretti, vera ‘forza amica’ del Paese,  a lanciare due anni fa la Filiera Agricola tutta Italiana, il nostro naturale punto di approdo”. Coldiretti – ha precisato Sangiorgio - ha proposto la giusta ricetta per il futuro dell’Italia. Azionare la leva più potente e a costo zero che abbiamo a disposizione, quella che ci rende unici e ineguagliabili nel mondo: i nostri territori e le loro distintività, tra le quali spicca innanzi tutto il cibo italiano, fatto veramente di idee italiane e da imprese italiane. La Filiera Agricola tutta Italiana, nata per porre fine al furto di identità e valore al quale la nostra agricoltura è sottoposta da decenni, ha realizzato anche un altro incredibile risultato per noi giovani. Ha permesso di isolare ed annullare – ha concluso Sangiorgio - il furto del bene più prezioso per ogni giovane: il futuro.

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