24 Aprile 2024
COLDIRETTI, URGENTE LA SOTTOSCRIZIONE DELL’ ACCORDO QUADRO PER IL POMODORO DA INDUSTRIA 2024

Intesa sul prezzo fondamentale per il mantenimento della filiera, mentre è allarme per la crescita delle importazioni selvagge dall’estero

Il pomodoro non è più “l’oro rosso” di qualche anno fa, soprattutto per lo sfilacciamento della filiera e le sempre crescenti difficoltà nel raggiungere l’accordo su un prezzo equo, che riconosca la qualità e l’impegno della parte agricola. Il pomodoro nel 2023 ha occupato nel ferrarese una superficie di oltre 7.400 ettari, per una produzione di 4.556.000 q, collocando la nostra provincia al secondo posto in regione.

Coldiretti Ferrara, per bocca del vice presidente provinciale Rino Crovetti, sottolinea l’urgenza di sottoscrivere in tempi brevissimi l’accordo quadro per il prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia relativo alla campagna 2024; un accordo che salvaguardi la redditività delle aziende agricole con un prezzo adeguato e al di sopra dei costi di produzione.

“Le cose stanno andando nel senso opposto a quanto auspicato e necessario – evidenzia Crovetti – dal momento che il mondo agricolo rivendicava la necessità di arrivare ad un accordo nei primi mesi dell’anno, non certo a semine e trapianti ormai avviati al buio. La “rottura” che si è creata al tavolo delle trattative fra la parte agricola e quella industriale e che sta pregiudicando in modo preoccupante la firma sull’ accordo quadro per il prezzo del pomodoro, rischia seriamente di compromettere le regole condivise dell’intera filiera - continua Crovetti - creando un precedente pericoloso”.

Esiste il concreto rischio infatti che, nelle future contrattazioni, sempre più aziende agricole bypassino le organizzazioni di prodotto vanificando il ruolo stesso delle OP che devono concentrare l’offerta del prodotto, rafforzando il potere contrattuale collettivo degli agricoltori.

“Purtroppo – ribadisce Crovetti – ancora una volta è mancata una seria programmazione produttiva, e di conseguenza il controllo delle superfici investite e delle quantità di produzione previste. L’O.I.(Organizzazione Interprofessionale) del pomodoro svolge un ruolo importante nella filiera ma a nostro avviso bisogna fare un passo in avanti verso un vero e proprio “distretto del pomodoro”, con il potere di dettare regole che non vengano disattese, e con un ruolo di coordinamento delle azioni di tutte le parti aderenti per valorizzare l’intera filiera ed orientare ad accordi pluriennali, garantendo la crescita di processi di produzione, di trasformazione e di commercio più sostenibili e duraturi, oltre che di redditività alle imprese agricole in grado di produrre pomodori di altissima qualità”.

E in questo scenario cresce l’importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina che ha rappresentato soprattutto un problema italiano, con distorsione della concorrenza determinata da un prodotto che è arrivato a “pesare”, in termini di prodotto fresco, a seconda delle campagne, dal 10 al 25% della produzione nazionale di pomodoro da industria.

Un mare di pomodoro proveniente da un paese dove le regole produttive, fitosanitarie, ambientali, etiche non sono quelle italiane ed europee, da territori saliti spesso alla ribalta per lo sfruttamento delle minoranze e dei prigionieri politici. Nell’ultimo anno la situazione è cambiata, con una forte crescita delle importazioni anche nel resto dell’UE, che nel 2023 sarebbero praticamente raddoppiate.

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