8 Luglio 2010
MADE IN ITALY: ASSEDIO COLDIRETTI A FRONTIERE E PORTI PER DIFENDERLO

 

Decine di migliaia di coltivatori anche con i loro trattori ai presidi di frontiere e porti per difendere il vero Made in italy alimentare dal rischi di inganni e contraffazioni che valgono 60 miliardi di euro in Italia e all’estero. In occasione della “Giornata Nazionale dell’ Anticontraffazione", Coldiretti ha presidiato il valico del Brennero e con l’aiuto delle Forze dell’Ordine, Carabinieri, Guardia di Finanza, NAS, Polizia di Stato, Corpo forestale dello stato, verificato decine di camion e TIR che trasportano ogni giorno i “falsi” alimentari destinati ad una breve passaggio in industrie italiane per diventare “made in Italy” ed ingannare i consumatori e danneggiare i produttori italiani.
Si allarga dunque, dalla mozzarella ai prosciutti, dal latte al grano, dall’olio alla frutta, la mobilitazione della Coldiretti per conoscere e far sapere ai consumatori quanto succede giorno dopo giorno senza che venga messo in atto almeno il sistema di etichettatura d’origine per consentire scelte consapevoli da parte dei consumatori. Alle frontiere è stato aperto un  presidio di coltivatori della Coldiretti al valico del Frejus oltre a quello del Brennero con la partecipazione anche di giovani impresa della Coldiretti. Tra le spiacevoli “sorprese” che hanno varcato le frontiere ci sono fiumi di latte in decine di container provenienti da mezza Europa diventati italiani dopo la frontiere, cosce olandesi di maiale “taglio parma” destinate a diventare prosciutti n Emilia, pesto tedesco venduto con marchi italiani, mele argentine e kiwi cileni mentre continua ad arrivare la mozzarella tedesca nonostante lo scandalo di quella blu. Il risultato è che - precisa la Coldiretti - due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro  sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Per questo va sostenuta in Parlamento l’approvazione del disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti che al Senato e' già stato ampiamente condiviso' sia in commissione Agricoltura che in Aula. Un segnale incoraggiante - continua la Coldiretti - è appena arrivato dal Parlamento Europeo che, sotto il pressing della Coldiretti, ha votato finalmente a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari. Per l’Italia - continua la Coldiretti - significa anche valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l’etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.
E per una etichettatura chiara, con ben evidenziata l’origine si è espresso anche il ministro dell’Agricoltura, Galan, presente al Brennero per vedere in diretta quello che veniva trovato di volta in volta, sottolineando che occorrerebbe trovare questa indicazione anche nelle confezioni della pasta, uno dei prodotti più taroccati.
Decisamente strano anche il ritrovamento di succhi di frutta già confezionati, in particolare di succo di pompelmo, di provenienza tedesca, sulle cui confezioni campeggiava la scritta “San Carlo – Ferrara”, un’italianità alquanto dubbia ma certamente apposta proprio ai fini di una contraffazione giocata sull’identità di un territorio frutticolo come quello della nostra provincia (anche se non si coltivano pompelmi…). Il ruolo dei coltivatori ferraresi impegnati in questo pressing contro il falso e l’ingannevole a tavola si è spinto anche nel seguire per centinaia di km un TIR di cosce di suino, proveniente dall’Olanda e destinato ad un’industria della periferia modenese, per diventare probabilmente prosciutti di Parma o di Modena senza far sapere la reale origine estera. All’arrivo allo stabilimento un “comitato di accoglienza” con tanto di vuvuzelas palloncini e bandiere ha accolto il mezzo che è stato ispezionato dai carabinieri riscontrando effettivamente il carico di cosce già pronte per ricevere il marchio del made in Italy e quindi aumentare decisamente il loro valore commerciale.

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